Fassino e il profumo del duty free: sei testimoni contro di lui. «Almeno tre episodi in un solo mese»

diRinaldo Frignani e Ilaria Sacchettoni

Il video del presunto furto di Fassino e l'informativa sono stati depositati: i magistrati di Civitavecchia potrebbero iscrivere il nome di Fassino nel registro degli indagati

Ci sono sei persone che testimoniano con chiarezza il furto di una boccetta di Chance (Chanel) nel duty free del Terminal 1 di Fiumicino. Sei versioni simili che indicano Piero Fassino come l’autore dell’episodio di taccheggio del 15 aprile scorso

Nel frattempo video e informativa sono stati depositati: il caso «profumi» è ora nelle mani dei magistrati di Civitavecchia che a breve potrebbero iscrivere il nome di Fassino nel registro degli indagati

Il reato contestato è il furto ma si tratta di un’accusa che, pur nella sua linearità, merita un approfondimento. In effetti gli agenti della polizia aeroportuale (Polaria) stanno raccogliendo altro materiale: soprattutto testimonianze dirette dei dipendenti del duty free nel quale sono avvenuti i fatti. 

Il nodo da sciogliere riguarda l’eventuale recidiva. E qui va puntualizzato che, secondo gli investigatori, il 15 aprile presso il negozio del Terminal 1 si sarebbe verificato l’ultimo di una serie di episodi, tutti nell’ultimo mese, tutti relativi a profumi. Il deputato dem si sarebbe avventurato tra gli scaffali delle essenze già una prima volta nelle scorse settimane durante l’attesa di un volo per Strasburgo. Anche in quel caso avrebbe preso un profumo passando oltre il perimetro delle casse senza pagare. 

Gli addetti alla vigilanza lo hanno fermato, secondo la prassi, e, a quel punto, l’ex ministro della Giustizia ha messo mano al portafogli per saldare il conto. Tutto sotto l’occhio acceso delle telecamere che hanno registrato. 

Quindi c’è stata una seconda volta, pochi giorni dopo. Stesso negozio. Stessi scaffali. Stesso articolo, un profumo. L’onorevole si è avventurato oltre le casse con la boccetta ed è andato via. La vigilanza ha deciso di lasciar correre.

Infine si arriva all’ultimo episodio. Stavolta una confezione da 130 euro (scontata) dell’essenza Chanel. 

Le immagini lo riprendono mentre fa scivolare la bottiglietta nella tasca della giacca. Le mani, diversamente da quanto affermato inizialmente, non paiono impegnate. 

Il deputato si era giustificato accreditando la versione del cellulare che trillava: da qui la mossa di poggiare il profumo nella tasca della giacca. Nient’altro, aveva detto, che una soluzione temporanea con l’intenzione di pagare regolarmente il prodotto. L’intervento del vigilantes (con cui Fassino ha reagito verbalmente: «lei non sa chi sono») e la denuncia dei titolari del duty free sono cronaca degli ultimi giorni. 

La difesa Fassino (avvocato Nicola Gianaria) in futuro potrebbe offrire una rilettura del caso. Davvero chi volesse rubare lo farebbe sotto l’occhio della telecamera? Non si è trattato al più di una mossa goffa? 

A favore di Fassino anche la tenuità del fatto. I magistrati dovranno adesso decidere che cosa fare.

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30 aprile 2024 ( modifica il 30 aprile 2024 | 07:07)