Fassino e il profumo: il video e il cellulare, tutti i buchi nella sua versione e l'ipotesi che ci fossero precedenti

diIlaria Sacchettoni

Piero Fassino è accusato di aver rubato un profumo Chanel nel Duty Free di Fiumicino: la polizia sentirà anche i dipendenti non in servizio il giorno della denuncia per fugare l'ipotesi che il deputato fosse incorso altre volte in simili episodi

C’è la denuncia e ci sono le immagini, ma soprattutto c’è la ricerca di testimoni e dunque l’inchiesta giudiziaria che riguarda un presunto taccheggio di Piero Fassino viaggia spedita.

La novità, destinata ad avere ripercussioni nella ricostruzione dei fatti, è che gli agenti della Polaria stanno raccogliendo testimonianze anche fra i dipendenti del duty free non in servizio il giorno dell’ipotetico furto. L’intenzione della polizia è chiarissima. Si vuole fugare il dubbio che il deputato dem fosse incorso altre volte in simili episodi. La determinazione con la quale la società che gestisce il punto vendita da migliaia di clienti al giorno ha deciso di presentare una denuncia alle autorità, autorizza a compiere una simile verifica. Anche perché nel duty free non esiste il sistema di antitaccheggio, sono stati gli addetti alla videosorveglianza a dare l’allarme. E il sospetto è che stessero controllando proprio lui.

Fassino e il profumo al duty free

 Vale la pena di riepilogare i fatti allora. Secondo gli agenti di polizia dell’aeroporto di Fiumicino, l’ex ministro della Giustizia (governo D’Alema) avrebbe compiuto in quel duty free del terminal 1 di Fiumicino il 15 aprile scorso, un probabile taccheggio, appropriandosi di una boccetta di profumo Chanel del valore di 130 euro. I frame dei video ripresi dalle telecamere a circuito chiuso lo riprendono in maniera inequivocabile tra gli scaffali.

 Fassino assicura che si tratta di un equivoco: «Ho preso quel profumo dallo scaffale, volevo fare un regalo a mia moglie. Poi mi è squillato il telefono. Avevo un trolley in mano e non avendo tre mani per prendere il telefono ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone in attesa di andare alle casse». Dove però non è mai arrivato. Non solo.

Il cellulare e i video

Quel cellulare, dicono gli agenti, non compare mai nelle immagini catturate dalle telecamere interne. Si vede piuttosto la persona compiere un gesto di furtiva appropriazione del prodotto e null’altro. Intanto per ciò che riguarda lo scudo nei confronti di Fassino, la normativa è chiarissima e prevede l’immunità del deputato per tutta la durata del mandato. Tuttavia se le questioni procedurali saranno sciolte in un secondo momento dai pm della Procura di Civitavecchia, quelli investigativi oggi hanno la precedenza.

Servirà necessariamente l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per poter effettuare accertamenti. Sempre che gli accertamenti si rendano necessari. Se l’eurodeputato si offrisse di pagare (e già ha fatto una serie di affermazioni in tal senso) la società potrebbe prendere in considerazione l’eventualità di ritirare la propria denuncia. La nuova norma (Cartabia) prevede che i magistrati procedano per querela ma, in seguito, è sempre possibile ritirarla. Oppure che propendano per la «tenuità del fatto».

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26 aprile 2024 ( modifica il 27 aprile 2024 | 08:11)